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Skyros

Denominazione:
In greco: Σκύρος, ΣΚΥΡΟΣ
Trascrizione italiana: Skyros



Nella parte più a sud dell’arcipelago, due piccoli isolotti uniti da un istmo hanno dato vita all’isola più grande delle Sporadi. Sebbene unita dall’istmo, Skyros presenta caratteristiche morfologiche molto diverse. Infatti la zona sud è chiamata Vounò che significa montagna, dove si allevano capre, pecore ed una specie unica al mondo di cavalli nani di antica razza che vivono allo stato brado. La zona nord detta Meri è quella più fertile; campi coltivati, fitte pinete fanno da cornice alle splendide calette semideserte che degradano verso il mare di color turchese.

L’isola conserva anche una antica tradizione artigianale di produzione di mobili intagliati a mano, delle ceramiche, degli oggetti in vimini e in giunco, dei tappeti e di tessuti ricamati. Queste tradizioni artigianali, indicano che le genti dell’isola hanno mantenuto le loro peculiarità tipicamente greche. L’altro segno tangibile del mantenimento delle tradizioni che si svolge durante il carnevale, è la Danza dei Capri. Questa manifestazione, affonda le radici in antichi riti pagani. Chiamati Geros, ossia vecchi caproni dall’aspetto mostruoso con indosso mantelli di pelle di capra e grossi campanacci legati sulla schiena e bastoni da pastore, scatenano la danza, vagando per le strade dei villaggi. Questi sono accompagnati dalle Korellos, ossia fanciulle, ma in realtà sono uomini travestiti e i Frangi, che sono persone in maschera con abiti normali. Quando questi gruppi s’incontrano, i Geros fanno a gara a chi suona più forte i campanacci, il tutto con l’aiuto di movimenti del corpo che sfiorano l’indecenza, con chiari riferimenti dionisiaci, oltre ad a suonarsele con i bastoni. E’ davvero spettacolare e suggestivo.

L’altro spettacolo davvero unico e singolare si svolge a Ferragosto. I bambini, galoppano sui cavalli nani addomesticati, lungo tutta la spiaggia di Magazià che si trova nei pressi del capoluogo, come se fosse una vera e propria competizione ippica.

Il capoluogo, la Chora, è un delizioso borgo che ricorda l’architettura tipica delle Cicladi: bianche case a forma cubica, disposte ad anfiteatro alle pendici dell’antica acropoli, alla quale si giunge attraverso una galleria, dove vi sono le rovine del Kastro veneziano. Qui si trova il monastero di Agios Gergios di epoca bizantina del X secolo, non è possibile accedervi, poiché il terremoto del 2001 ha provocati danni enormi, per cui non è ancora prevista l’apertura al pubblico. Questo luogo offre un panorama a tutto tondo sul borgo, soprattutto al tramonto; le suggestive casette bianche con le decorazioni tradizionali, i balconi fioriti pulsanti di colori che si affacciano sulle intricate e sinuose viuzze di acciottolati sono uno spaccato della Grecia autentica.

Di questo luogo, il mito racconta che il re di Skyros-Sciro Licomede, anche chiamato Licurgo, figlio di Creonte re di Tebe, avrebbe nascosto il giovane Achille travestito da fanciulla, per volontà della madre di questo, Teti che voleva scongiurare l’avverarsi della profezia, secondo la quale avrebbe dovuto partecipare alla guerra di Troia. Sull’isola, giunse Ulisse che, scoperto il travestimento di Achille, lo convinse a partecipare alla guerra, dove non morì in battaglia, ma per mano di Paride che gli conficcò una freccia avvelenata nel famoso tallone, l’unico punto vulnerabile del suo corpo. Sempre secondo il mito, il re Licomede, avrebbe ucciso Teseo, quello che uccise il Minotauro, gettandolo dalla rupe del Kastro.

Oltre al mito, il capoluogo offre anche luoghi culturali degni di nota quali il Museo Archeologico con reperti antichi dell’isola, di particolare interesse un Rhyton in ceramica che riproduce un cavallino nano e il bordo di un vaso con la raffigurazione di otto uccelli assediati da serpenti.

L’interessantissimo Museo Manos Faltais situato all’interno di una dimora del XIX secolo, dove è esposta una ricca collezione di oggetti di ogni tipo: utensili da cucina, arnesi agricoli, abiti da festa, libri antichi ed una riproduzione dell’interno di una casa tipica del luogo. Poco distante dal Museo Archeologico, si trova la statua in bronzo del poeta inglese Rupert Brooke (1887-1915) morto di setticemia su di una nave francese, ancorata nel porto, diretta a Gallipoli durante la Prima Guerra Mondiale. Sulla lapide sono incisi alcuni versi del poeta “Se dovessi morire, pensate solo questo di me: Vi è un angolo in terra straniera che rimarrà per sempre Inghilterra”.

Gli altri villaggi dell’isola sono altrettanto suggestivi e caratteristici, situati in contesti gradevoli e rilassanti circondati da una lussureggiante vegetazione e da spiagge di sabbia bianca e mare turchese.

Linaria, situata sulla costa ovest, a circa dieci chilometri dalla Chora, è il porto principale dell’isola. E’ un delizioso e pittoresco villaggio di pescatori con casette disposte ad anfiteatro, dove vi sono taverne tipiche che offrono ottimi piatti a base di pesce. Qui è possibile prendere il battello per fare escursioni verso le isolette circostanti e visitare le grotte di Spilies.

Dopo il porto di Linaria, troviamo Aherounes, che è una gradevole spiaggia riparata dove crogiolati al sole, si gode un bel panorama con un mare stupendamente cristallino, ottime sono anche le taverne dove il cibo è eccellente.

Altro luogo suggestivo è Pefkos, che si trova a nord di Aherounes; una discesa conduce, attraverso una pineta che profuma di resina alla magnifica spiaggia sabbiosa incorniciata in un piccolo porticciolo dove vi sono anche accoglienti taverne.

Da questo villaggio, percorrendo una strada sterrata, lungo la quale vi sono profumatissimi pini, si giunge ad una scogliera dove si trova una caratterista cappella la Agios Pandeleimon che domina la spiaggia sottostante di Agios Foskas, dove abitualmente, passeggiano anche le caprette. E’una spiaggia, tra le più belle dell’isola, con sabbia soffice che degrada verso il mare turchese. Un vero paradiso. Inoltre, per chi ama le immersioni è una vera delizia, vi sono fondali spettacolari. La taverna che si trova nei pressi è anch’essa ottima.

Sul versante settentrionale troviamo panorami con paesaggi incontaminati ma molto aridi ed una deliziosa insenatura Atzitza con piccoli pescherecci, qui c’è una comunità chiamata Skyros che organizza corsi di benessere, attività sportive e molto altro. Poco prima di Atzitza vi sono tre belle spiagge di sabbia fine che degradano nel mare cristallino.

Per chi ama piccoli paradisi di spiagge sabbiose vi è quella di Kalogrias, situata sulla costa nord-occidentale dell’isola; poco affollata, sabbia soffice e mare cristallino.

Sotto la collina della Chora, invece c’è la lunga spiaggia di Magazia con sabbia fine, dorata e mare molto limpido, ma è anche la più turistica e, quindi affollata durante l’estate; taverne, negozi, una graziosa chiesetta e cosa molto suggestiva sono le case situate all’interno delle grotte che si trovano verso la fine della spiaggia. Inoltre, qui è possibile praticare diversi sport acquatici e, per chi non fosse attrezzato vi sono negozi che affittano gli attrezzi.

Oltre a ciò, verso l’estremità meridionale della spiaggia c’è un vero paradiso per i nudisti, la spiaggia di Papa Houma.

Poco distante dalla spiaggia di Magazia si trova quella di Molos, con un arenile molto bello e naturalmente acque cristalline. Un piccolo mulino a vento ed una chiesetta la Agios Ermolaos, scavata nella roccia, fanno da cornice a questo delizioso posto. Le taverne sono ottime.

Arrivando da una magnifica strada, sulla costa occidentale dell’isola, ai cui lati si trovano i campi coltivati che si adagiano dolcemente quasi sino alla spiaggia, troviamo Kalamitsa, questo incantevole e protetto arenile di sabbia e ciottoli che offre piacevoli relax e nuotate deliziose nel mare turchese. Le taverne sono situate in posizioni da cui si vede un panorama davvero stupefacente.

Unita alla spiaggia di kalamitsa, c’è quella di Kolimbades, con sabbia bianca e mare limpido.

Interessante e degna di nota è la spiaggia di Palmari, che s’incontra dirigendosi verso nord, dove c’è l’aeroporto. Un’incantevole arenile con acque turchesi e poco affollato. Qui c’è un sito archeologico di una città fortificata risalente all’età del bronzo (2500. a.C.).

Da tenere ben presente che la parte nord dell’isola è la zona militare della base navale greca e precisamente dove c’è la baia di Tris Boukes, quindi è vietato avvicinarsi. Al di la questo è un isola che appaga gli occhi e il cuore.



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