Zagorohòria | |
Grecia > Epiro > Ioannina > Zagorohòria |
Denominazione: In greco: Ζαγοροχώρια, ΖΑΓΟΡΟΧΩΡΙΑ Trascrizione italiana: Zagorohòria Zagori è situata su di una parte della catena del Pindo, a pochi chilometri verso nord di Ioannina troviamo, questo territorio, costituito da 46 piccoli paesini montani famosi per le sue antiche costruzioni in pietra carsica e gli ancor più noti ponti a schiena d’asino. Immerso in un ecosistema di straordinaria bellezza, i cui confini si estendono dall’Albania alla Grecia Centrale, comprendendo il monte Mitsikeli a sud, la regione di Konitsa e il corso del fiume Aoos a nord e l’imponente massiccio del Tinfi ad est,( è il secondo monte più alto dopo quello di Smolikas della catena del Pindo, la cui estensione parte dall’Albania per finire nell’Epiro del sud). Questa regione immersa tra pini, abeti ha una varietà di flora e fauna tra le più ricche della Grecia, soprattutto per la varietà delle specie rare quali la capra selvatica, l’orso, la lince, la volpe e molti altri. Qui dimorano anche specie volatili quali il falco, il picchio e l’aquila reale. Inoltre, in questa regione sono state rinvenute tracce d’insediamenti umani, quali i resti di antiche mura pelagiche trovate a Vitsa-Aspran, Geli e Skamneli, riconducibili alla presenza delle tribù degli antichi Pelasgi (sembra fossero delle tribù autoctone che abitarono la Grecia, ancor prima delle invasioni degli Elleni del II millennio a.C.) che vi abitarono dal 2.500 al 2.000 a.C. Gli insediamenti più stabili invece, si creano interno al XIII secolo con l’ultima parte della dominazione bizantina. Questa magica regione, non molto conosciuta dal turismo di massa, è suddivisa in tre sezioni geografiche: occidentale, centrale ed orientale ed in ognuno di questi luoghi sono racchiuse bellezze naturali e storiche straordinarie. Nell’area occidentale troviamo Pàpingo villaggio tradizionale, sulle pendici del monte Astràka suddiviso in due frazioni Micro e Megalo. Entrambi degni di nota, con dimore aristocratiche, strade lastricate e fontane con zampillanti acque cristalline. Qui troviamo le chiese di San Vlàssios, San Giorgio e degli Arcangeli che meritano una visita. L’altro luogo, per chi ama la natura, e che merita vedere è il Lago del Drago, il Drakòlimni. Questo lago (lo specchio d’acqua copre una superficie di cinque ettari e qui dimora una specie rara di anfibio, il Tritone alpino, dell’ordine degli Urodeli della famiglia dei Salmandridi) è il più grande del Parco Nazionale del Vikos e del fiume Aoos ed è situato sulla catena del Timfi a circa 2050 m.s.l. Questo posto è davvero incantevole, circondato dall’Astràka alto 2430 metri e dalla Gamila alta 2500 metri, dai sentieri che si inerpicano tra le fitte foreste di pini e abeti dove trovano rifugio orsi, lupi e la lince, sembra incredibile che in Grecia ci possa essere tanto verde e tanta acqua, abituati come siamo all’immagine legata alle sue isole assolate e riarse. L’area centrale comprende il villaggio di Monodendri, considerato uno dei più tradizionali e ricchi di dimore signorili e di chiese della Zagorochia. Qui sono nati i fratelli Rizari, noti in tutta la Grecia per il loro contributo sociale allo sviluppo culturale e scientifico della nazione. Degna di nota e meritevole di una visita è la chiesa ottocentesca di San Attanasio, al cui interno vi sono stupende icone, dono dei fratelli Rizari. Poco distante dal paese vi è un altro posto, l’incantevole Oxià il cui panorama sulla gola di Vìkos e il suo bosco di pietra composto da grandi formazioni di rocce stratificate ne fanno un luogo fatato e suggestivo nel contempo. La gola di Vìkos nasconde un altro tesoro, edificato sull’orlo di un dirupo il Monastero di Santa Parasceve del 1414 per volere del ricco Michail Therianòs, che volle farlo costruire in onore alla Santa a seguito della guarigione da una malattia incurabile della propria figlia, all’interno vi sono affreschi del XV secolo. L’altro luogo sacro da vedere è la chiesa di San Minàs edificata nel XVII secolo dove ci sono affreschi del 1620 e 1740. Il tramezzo cioè, l’iconostasi che nelle chiese antiche cristiane separa il presbiterio dalle navate è decorato di pitture e di statue in legno intagliato e dorato risale alla fine del 1700. L’altro villaggio dello Zagori centrale è quello di Vitsa ritenuto uno dei più storici della zona. Qui sono stati ritrovati reperti, datati tra il nono e il quarto secolo a.C., di un insediamento dei Molossi, una tribù di origine pelagica. Gli scavi hanno rinvenuto resti di dimore in pietra e due aere cimiteriali con interessanti reperti esposti al Museo archeologico di Ioannina. Invece, la fondazione di Vitsa risale al XIV secolo ad opera dei bizantini. Questo villaggio pittoresco, immerso nel verde a 960 metri di altezza sul confine del parco di Vìkos è famoso per sue dimore aristocratiche per le sue chiese in pietra dai campanili rettangolari. Qui si trova la chiesa di San Nicola costruita all’inizio del 1600, con il tetto cruciforme e con un nartece, il vestibolo riservato ai catecumeni, gli affreschi sono anch’essi dell’inizio del 600, il tramezzo di legno intagliato del XVII e le icone tra il XVII e il XVIII. L’altra chiesa di dimensioni molto grandi, è la parrocchiale dedicata a San Demetrio edificata agli inizi del XIX secolo (si trova sulla strada per Ano Pedinà); questa chiesa contiene molti affreschi e sia il tramezzo che l’ambone,( pulpito di pietra sul quale si tengono si tengono le letture dei testi sacri), sono contemporanei alla costruzione della stessa. Oltre a ciò, qui è conservato un vangelo rilegato in argento opera del famoso orefice Tzimùris. Ulteriore visita, sempre sulla strada per Ano Pedinà, da non perdere è il Monastero femminile dell’Evanghelistria, edificato verso la fine del 1700; questa struttura, circoscritta da alte mura, ha un aspetto militaresco che ricorda più una fortezza che un luogo di preghiera. A Kukùli, la chiesa della Dormizione della Vergine, invece, si trova nel centro abitato, e la sua forma ci ricorda una basilica con porticati esterni ad arco, l’interno è stata affrescata dal pittore greco Lazàros verso la fine del 1700. I pregiati intagli in legno, del tramezzo, dell’ambone e del seggio episcopale sono l’ulteriore testimonianza dell’ eccellenza dei maestri intagliatori del luogo. Altra peculiarità dello Zagori, sono i ponti a campata unica; sopra il paese di Vìkos c’è ne uno molto grande, il ponte di Kòkoros costruito nel 1750 da Kondodimos. Nei pressi del villaggio di Kipi, invece si trova il ponte Kalogericò dei primi dell’800 a tre campate di eccezionale simmetria. Questo ponte lo fece costruire un certo Serafin un monaco membro del monastero del Profeta Elia di Vitsa. A Vradeto, la cui altezza raggiunge i 1340 metri ed è considerato il centro abitato più alto di tutto lo Zagori, si trova la cosiddetta Scala, cioè una stradina lastricata, con gradini che consentono di scalare una parete rocciosa a precipizio che raggiunge il paesino tipico di Vradeto che, fra l’altro sorge proprio nei pressi della gola di Vìkos. Questo sentiero, in passato, era la sola via di comunicazione al villaggio. Poi, se si vuole vedere uno scenario incredibile, basta andare a Beloi che è il punto più panoramico del villaggio, dove è possibile vedere in tutta la sua inquietante spettacolarità la gola di Vìkos. Un altro villaggio situato a 1100 metri di altezza è Tsepèlovo fondata nel XIII secolo dai bizantini, definito il più aristocratico ed il meglio conservato dei paesi dello Zagori. Le casette sono tutte costruite in pietra, le strade sono lastricate e convergono su diverse piazze, in una delle quali vi è la cisterna pubblica e la chiesa di San Nicola. L’interno della chiesa è molto suggestivo, gli affreschi della fine del 700 effettuati da pittori della zona, conservano ancora colori vivissimi. Degni di nota e meritevoli di una visita sono il Monastero di San Giovanni di Rogavo del 1749 anch’esso affrescato da pittori locali. Tsepèlovo, in passato, durante la dominazione bizantina era il centro amministrativo di Zagori. La parte orientale dello Zagori è costituita da tre villaggi, meno noti, ma altrettanto pittoreschi: Elati, che sorge in mezzo ad un bosco sulle pendici del monte Mitsichèli a 950 metri di altezza. Degna di nota che merita una visita è la chiesa di San Giorgio dell’inizio del 1800. Dìkorfo sorge a 1000 metri di altezza, anch’esso sulle pendici del monte Mitsichèli; le case sono grandi e padronali e tutte costruite in pietra, nella piazza centrale, merita una visita la chiesa di San Minàs del 1770. Kalotas, con le taverne popolari dove si possono mangiare le specialità della zona e fare delle passeggiate in mezzo alla natura.
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